Collocamento mirato: via alla raccolta di buone prassi

Collocamento mirato: via alla raccolta di buone prassi

L’11 settembre il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato il Decreto Direttoriale n.154, in cui indica caratteristiche e modalità di raccolta delle buone pratiche di inclusione lavorativa, finalizzate al miglioramento del sistema di collocamento mirato e all’identificazione dei modelli di azioni, progetti e procedure a sostegno delle persone con disabilità in ambito lavorativo.

Le buone prassi devono fare riferimento ai principi dettati dalle linee guida in materia di collocamento mirato, riguardando in particolare la promozione:

  • della rete integrata dei servizi sociali, sanitari, educativi e formativi del territorio per l’accompagnamento e il supporto della persona con disabilità presa in carico, al fine di favorirne l’inserimento lavorativo;
  • di accordi territoriali con le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative a livello nazionale, le cooperative sociali, le associazioni di persone con disabilità e le organizzazioni del Terzo settore, con l’obiettivo di favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità;
  • di modalità di valutazione bio-psico-sociale della disabilità e di definizione dei criteri di predisposizione di progetti di inserimento lavorativo che pongano una particolare attenzione alla rilevazione di barriere e facilitatori ambientali;
  • di analisi delle caratteristiche delle posizioni lavorative in cui inserire le persone con disabilità;
  • dell’istituzione di una figura responsabile dell’inserimento lavorativo, che si occupi di predisporre dei progetti personalizzati e di risolvere eventuali problemi inerenti alle condizioni di lavoro dei soggetti con disabilità.

Cosa si intende con “buona prassi”?

Una prassi può basarsi su un intero progetto o riguardare un’iniziativa, una singola attività, un metodo o un approccio; per definirsi “buona”, però, si devono rilevare i seguenti elementi:

  • Efficacia dei risultati raggiunti (sia in termini di qualità che di quantità);
  • Soluzioni ai problemi identificati;
  • Sostenibilità e replicabilità dell’esperienza;
  • Significatività e innovatività.

Il modulo da compilare si compone di sette diversi indicatori, che verranno utilizzati dal gruppo di lavoro incaricato dal Ministero per svolgere la valutazione delle buone prassi. Tali criteri oggettivi, descritti nella tabella all’art. 4 comma 2 del Decreto, sono: pertinenza e coerenza, efficacia, innovatività, efficienza, replicabilità, impatto e sostenibilità.

Dove inviare le proposte?

La proposta di buone prassi deve essere trasmessa online, compilando l’apposito modulo disponibile sul portale Servizi Lavoro del Ministero del Lavoro. Le buone prassi approvate, selezionate tra le proposte presentate, saranno poi pubblicate in un’apposita sezione del sito del Ministero, articolata in cinque sezioni corrispondenti ai punti elencati nelle linee guida.

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